lunedì 7 aprile 2014

Voce del verbo Conoscere/si



La sapienza Delfica in epoca ellenica, con l’esortazione “conosci te stesso ( in greco antico “gnothi sautòn)” esortava gli umani a vivere con la consapevolezza di essere inferiori a Zeus, a non sconfinare, quindi, in ruoli che non sono propri e conoscendo i propri limiti, analizzare il proprio io e la propria mente per giudicare il mondo senza condizionamenti esterni.
Gli ultimi avvenimenti politico sociali avvenuti a livello globale, hanno portato a un cambiamento repentino degli stili di vita dell’intera civiltà, soprattutto di quella classe borghese che a oggi sembra aver perso la sua distintiva identità.
Conseguentemente, quando letteralmente  perde il terreno sotto i piedi, l’Uomo con i suoi limiti va in Crisi, non solo economica, ma anche di tutto ciò in cui credeva, in cui poteva contare.
Essendosi già svolto questo preambolo, che scenograficamente vede parallelamente un mutamento climatico, adesso si può dire che assistiamo alla conseguente fase di Caos, sperando sia costruttiva.
Come precedentemente detto, ritengo la Moda la prova tangibile di tutti i moti sociali, senza che essa debba fare manifesto, ma specchio di ciò che la civiltà pensa e necessita o tende a diventare, oggi più che mai dato che essa dipende sempre di più dalle necessità del consumatore e non più "mera" (haimè) rappresentazione artistica degli stilisti.
Ecco così che la fashion week Uomo A/I 2014/15 ha inizio di consueto a Milano a Parigi, Londra e New York, tra passerella e front row, tra spettacolo e business.
In ordine sensoriale di seguito quello che si è visto lo scorso Gennaio a Milano.
Se la vita è un grande spettacolo, occorre analizzare se stessi per decidere la parte da recitare. Da questa analisi dell’intimo ne deriveranno sicuramente elementi discordanti, considerando la suddetta Crisi del soggetto. Tali divergenze si fanno look nella sfilata di Prada, dove l’abito borghese sapientemente sproporzionato, viene abbinato ad accessori quali foulard a modi cravatta dai colori a contrasto, o cappotti in nylon imbottito da pellicce chiusi da cinture come corazze.
Da sfondo un allestimento come un teatro sperimentale, un grande palco centrale con le musiche di Nina Hagen mixate e Peter Venkman con un’ atmosfera che riporta alla Berlino di Weimar, dove gli uomini cambiarono il loro modo di pensare, forse un esortazione a cambiare se stessi.
Una moda Essenziale quella di Gucci, che rimanda subito a quella Londra anni 60, raffinata, che ascolta i Beatles e osserva le foto in bianco e nero di David Bailey; la quiete prima della tempesta che verrà successivamente con le rivoluzioni punk e i colori stridenti del Flower Power.
Elemento presente in quasi tutte le passerelle di queste collezioni, la Pelliccia, celebrata assolutamente da Fendi. Simbolo del vestire primitivo conciliato ad arte all’ High Tech; le pellicce e le lane, sono lavorate con una tecnologia che permettere di fondere i due materiali a diventare un tuttuno.
Futuro della società, i giovani, che per Emporio / giorgio Armani vanno rispettati, innovazione si, ma moderata. Partendo dalla giacca, che resta classica, ma con revers più piccoli, pantaloni davanti di velluto e dietro di lana. Si perchè, come afferma Re Giorgio, i giovani sono spesso vittima delle esuberanze degli stilisti e ne fanno prova le corone normanne di Dolce & Gabbana o i cowboy di Versace che poco rimandano alla natura mascolina dell’uomo.