giovedì 19 marzo 2015
La Moda è un vizio, come l'abilità stilistica è una virtù
In un mondo dove l'ostentazione di ciò che si ha, supera di gran lunga quella di ciò che si è, ecco che la moda, rappresentazione suprema dell'immagine apparente, diventa un vizio, arrivando a prendere delle connotazioni negative.
Gli ultimi decenni, hanno sottoposto la moda a un cambiamento radicale del punto di vista passato.
Se prima erano gli stilisti a dettare legge sulla “buona educazione” del vestirsi e su cosa e come andava indossato, adesso la situazione si è ribaltata.
La moda si è messa sotto scacco in primis della situazione di crisi globale che tutta la società sta subendo, con conseguente modifica della richiesta, ma anche di un' interlocutore sempre più esigente, indipendente e informato, che ormai decide i tempi di azione delle case di moda, che non possono che perdere sempre di più la loro aurea di “virtuosa creatività”.
Lo scorso Gennaio, come di consueto, Milano è stata passerella delle sfilate Uomo Autunno/Inverno 2015/16, che sembra abbiano fatto da portavoci di una sempre più affermazione della moda maschile e di quanto anche gli uomini possono e devono curare la propria immagine anche e, perchè no, giocando col maquillage.
Il giovane di Emporio Armani cerca di far diventare un look casual meno casuale, intensificando il suo sguardo con il kajal.
L'uomo maturo di Giorgio Armani, invece si affianca alla donna che sfila con la sua stessa identica mise come a sottolineare quanto una donna resti ciononostante femminile, ma è difficile che succeda il contrario. Unico elemento che deve rimanere comune ai due sessi è l'eleganza che nn conosce evoluzioni, ma resta costante.
Brioni celebra invece la gentilezza dei poeti e dei cavalieri di fine 800, che nell'impero asburgico corteggiavano le principesse nei salotti viennesi. Un invito a recuperare quella classe quasi scomparsa delle nuove generazioni, che ha come sfondo il Castello Sforzesco.
Simile, ma non uguale il messaggio di Prada, che in questo totale caos di linguaggio cerca di tornare al significato imposto dal vocabolario per dare ordine in questa attuale babele ove tutto è lecito pur di dettare slogan ormai scontati.
Un look senza orpelli, assolutamente minimale, fiero di affermare la sua eleganza e sobrietà.
Sarà quindi che forse la necessità di “rieducare” è diventata per gli stilisti la loro nuova virtù?
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