Corre l'anno 2011, ormai in dirittura di arrivo e sempre di più le donne, quelle "impegnate" devono rispettare un preciso timing almeno durante i giorni lavorativi.
La sveglia suona, le più salutiste preparano il primo e più importante pasto della giornata; mentre sorseggiano quel qualcosa che le svegli e le riporti al mondo pensano a quello che faranno nei prossimi minuti prima di catapultarsi nelle loro realtà: "cosa mi metto oggi?"
breve check della situazione meteorologica, che in territorio meneghino ribadisce soprattutto "grande freddo", e poi via, davanti all'armadio a cercare quello che di norma non si trova mai!
Una cosa è certa, c'è bisogno di una sempre più grande borsa per contenere il necessario per sopravvivere fashionisticamente parlando, per tutto il giorno.
Collegamento spontaneo, la storica Birkin di Hermes, oggi nella modernissima versione in neoprene firmata Leghilà, che conterrà strategicamente: trucchi, Ipad, agenda, (come ben insegna Mary Poppins) e poi.......
per l'inaugurazione del locale "X" serve un look adeguato, quindi:
partendo dal basso, un paio di Ugg, comodi, antifreddo, anticalli e soprattutto anti avances, data la loro comodissima bruttura e informità.
tranquille......nell'apposita bustina, in borsa, si nascondono le bellissime "tacco 13" di YSL, perfette col black dress di Zara di giorno minimal, sotto la giacca in pelle di Marni, per la sera ultra chic con la collana di piume Unique, appositamente portata in borsa sino al free time serale.
In definitiva un monile e un paio di tacchi trasformano un look da giorno e lo rendono assolutamente elegante da sera.
Non perdete il vostro tempo a tornare a casa, oggi suonerebbe arretrato e rischierebbe di non farvi rispettare i tempi rigidi delle vostre agende.
Buone 24 ore fashioniste!
martedì 29 novembre 2011
martedì 1 novembre 2011
L'ABITO PIU' ANTICO DEL MONDO: LA PELLICCIA
Croce e delizia del fashion system, eterno motivo di belligeranza tra stilisti e animalisti, moralmente fà continuo capolino tra la volontà di vocarsi a un regime eticamente corretto e il non voler rinunciare a pellicce, scarpe in cuoio e selvaggina nei piatti.
La domanda retorica è:
" perchè rinunciare a una calda pelliccia di cincillà in nome dell' etica e poi però andare nei migliori ristoranti e cibarsi di prelibate leccornie a base di improbabili bestiole anchesse esseri viventi?"
Nella stagione autunnale riemerge la diatriba e anche la stampa fa la sua parte: la modella Irina Shayk consacrata come una delle donne più sexy del mondo, è apparsa sulla copertina dell'ultimo numero di AMICA solo con una pelliccia e un cucciolo di tigre in braccio come protesta contro le ipocrisie del
"no alle pellicce, ma.......opssss.......ho ai piedi scarpe di cuoio e stasera adrò da Tano Passami L' Olio a gustare un "Piccione laccato con il suo cuore e il suo fegato al miele" cucinato dallo chef stellato Gaetano Simonato...tres chic!!!"
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Amica Novembre 2011 |
Ed è subito scontro tra titani: la nuova direttrice di AMICA, Cristina Lucchini e la direttrice dell EMPA, Carla rocchi. disputa visibile qui
Son già passati un pò di anni da quando alla foglia di fico si è passati a coprirsi di peli animali, va da sè che l'evoluzione ha portato a vestirsi e non più semplicemente ripararsi dal freddo e dalla vergogna, fino a oggi dove le nostre scarpe anche quelle più economiche sono fatte di cuoio ( tosc. coio,
n.m. [pl.
cuòi; ant.
le cuòia, ancora vivo in talune loc. del sign. 2]
1 pelle di animale conciata in fogli spessi e
semirigidi, per la confezione di oggetti d’uso:
borsa,
scarpe di cuoio ), suppellettili e gioielli sono fatti di avorio ([pl.
-ri]
1 sostanza ossea, dura, compatta e pesante, di
colore caratteristico, prossimo al bianco, che è il principale
costituente delle zanne di elefanti, trichechi, ippopotami; viene
utilizzata come materiale da scultura e da intarsio, per la
fabbricazione dei tasti di pianoforte, di palle di biliardo, di
braccialetti ecc. |
d’avorio, candido:
mani,
carnagione d’avorio |
nero d’avorio, carbone d’avorio polverizzato,
di colore intensamente nero, usato come colorante e dagli orefici
per levigare ), quasi tutto ciò che mangiamo deriva dalla morte di altro essere vivente e infine possedere una pellicia corrisponde all'appartenere a un alto ceto sociale.
Lungi dall' essere un manifesto contro la libertà di pensiero e di azione, anche se imbrattare indumenti e vetrine del centro non credo sia il giusto strumento di denuncia, e benchemeno una critica nei confronti di tali maestri culinari, concludo chiedendo a queste "associazioni dei giusti" perchè accanirsi su chi usa e vende pellicce e ignorare i menu dei ristoranti stellati che hanno fatto fortuna con prelibatezze come:
Piccione di Miroglio in tegame di terracotta con liquirizia e le sue coscette al profumo di salvia e mandorle, di Aimo e Nadia
o ancora,
Costata di puledro Pellegrini con patata al cartoccio e insalata soncino, da Chic'n Quick di Claudio Sadler
e simili?? Sbaglio o fuori da questi rinomati ristoranti non si è mai vista alcuna manifestazione in difesa di altrettanti animali indifesi???
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Marina Ripa di Meana |
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Elisabetta Canalis |
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