sabato 11 ottobre 2014
UOMO PRIMAVERA/ESTATE 2015:LA MODA GUARDA SE STESSA
“Ciascun uomo porta due bisacce, una davanti, l'altra dietro, e ciascuna delle due è piena di difetti, ma quella davanti è piena dei difetti altrui, quella dietro dei difetti dello stesso che la porta.
E per questo gli uomini non vedono i difetti che vengono da loro stessi, mentre vedono assai perfettamente quelli altrui.”
Questa è una delle Favole del greco Esopo, che apostrofa gli uomini come noncuranti delle proprie nefandezze, quanto piuttosto di quelle degli altri e li esorta a guardare prima se stessi e poi gli altri.
Giust’appunto, le bisacce le vere protagoniste delle passerelle Milanesi per l’uomo della prossima Primavera Estate 2015.
Da Frida Giannini, per il marinaio un po’ pirata di Gucci, che le propone in coccodrillo in cuoio naturale o in vacchetta sfoderata, blu o rosse o verdi, con grandi tracolle in tinta unita o a righe orizzontali che diventano un vero elemento decorativo a contrasto con lo stile dell’outfit; o da Emporio Armani, rigorosamente bianche, subito must have di stagione; e ancora, coloratissime da Fendi e scherzose da Frankie Morello.
Insomma l’uomo di oggi sdogana anche il più femminile degli accessori, la borsa e se ne contende il predominio sul ring di Moncler Gamme Bleu, in cui femmine e maschi combattono in vera tenuta boxeur.
L’incipit con la favola di Esopo non funziona solo per le bisacce, ma anche in un certo senso, per l’invito a guardare prima se stessi, colto magistralmente dagli stilisti del Bel Paese, che hanno reso la passerella, un racconto autobiografico delle loro “opere”. Lungi dal voler essere autocelebrativo, Giorgio Armani ripercorre la sua brillante carriera, con Echi di Armani, la collezione che ha un chiaro rimando ai punti cardine della sua moda, ma con degli effetti distorti, che sono propri dell’eco, appunto. Così che i pantaloni sono i classici, ma con una larghezza più attuale, i revers importanti, ma mai invasivi e la giacca “dissossata”, destrutturata, che l’ha reso uno degli autori della moda Italiana degli ultimi 40 anni.
Roberto Cavalli rende omaggio alla sua vita avventurosa e il suo playboy vive nella Miami degli anni ’70-’80, tra le feste e l’opulenza di un vero viveur mondano.
Miuccia Prada non si ispira tanto alla sua carriera, quanto piuttosto fa una riflessione sul “classico”, riferendosi a quello che sopravvive alla memorie di molte generazioni. Non cedendo alla nostalgia, ma aggiornando il “capo perfetto”, quello che non detiene il primato rispetto alla personalità dell’individuo, ma che da carattere per come lo si indossa, donando qualcosa di poco tangibile, ma fondamentale per l’epoca massificata che viviamo, la possibilità di differenziarsi.
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